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Il minimo è il salario

In Italia, un giovane è costretto a fare, in media, 3 stage, prima di ottenere un contratto, con un’indennità minima per un tirocinio full-time che in Lombardia è di appena 500 euro al mese.

Ottenuto un contratto, le cose non migliorano: oltre il 10% delle lavoratrici e dei lavoratori full-time guadagnano così poco da essere a rischio povertà, e molti di più arrivano a malapena alla fine del mese. È inaccettabile: per questo insieme ai Giovani Democratici, ai sindacati e a tante associazioni abbiamo lavorato a due proposte di legge che ho depositato in Consiglio Regionale.

Stage e sfruttamento: ora basta!

Scopri di più sulla nostra proposta per i più giovani sui tirocini

Fin dal 2018, molti anni prima di diventare Consigliere Regionale, mi sono battuto insieme ai Giovani Democratici contro lo sfruttamento dei tirocini extracurriculari e contro la gratuità di quelli curriculari. Abbiamo lanciato la campagna #LoStagenonèLavoro per la quale abbiamo raccolto oltre 70mila firme e che è arrivata in Parlamento, senza però mai diventare legge.

Per questo abbiamo presentato la nostra Proposta di Legge Regionale, che riguarda i tirocini extracurriculari (quelli successivi al corso di studi), in cui abbiamo inserito tante novità:

  • Rimborso minimo a 1000€ per il tirocinio full-time
  • Al massimo un tirocinio extracurriculare alla fine del percorso di formazione: poi deve esserci una regolare assunzione;
  • Maggior trasparenza e accompagnamento nel percorso del tirocinante;
  • Report periodici sullo stato dei tirocini in Lombardia;
  • Pene severe per le aziende che usano uno stagista dopo l’altro per sostituire lavoratrici e lavoratori;

Lo stage è un contratto di formazione, può essere uno strumento utile, ma non può diventare sfruttamento. Trovi qui il testo completo! Sui tirocini curriculari, che sono competenza nazionale, è stata depositata in parlamento una PDL da parte di Chiara Gribaudo, che trovate qui.

Salario minino e qualità del lavoro

Scopri di più sulla nostra proposta per i lavoratori

In un sistema che “esternalizza” tutto, moltissime persone lavorano per lo Stato indirettamente: pensate a chi pulisce i nostri ospedali, a chi lavora nelle case di riposo, negli asili, nei centri diurni disabili, in Trenord, e così via. Persone che lavorano per la cosa pubblica, ma che sono spesso sfruttate dallo stato.

Per questo abbiamo depositato una PDL sulla qualità del lavoro che mira a difendere i diritti di lavoratrici e lavoratori negli appalti pubblici:

  • Imponendo il salario minimo a 9€ l’ora in tutti gli appalti regionali, nonché l’applicazione del CCNL comparativamente più rappresentativo, per sconfiggere i contratti pirata;
  • Istituendo premialità negli appalti per le aziende che promuovono l’occupazione giovanile e femminile, misure di conciliazione vita-lavoro, adesione ai più avanzati protocolli sulla sicurezza sul lavoro: facciamo vincere le aziende sane e che offrono lavoro di qualità, non chi va al massimo ribasso sulla pelle dei lavoratori.

Abbiamo inoltre previsto la possibilità di rivedere le cifre dei contratti d’appalto, che oggi possono essere modificate solo in caso di aumento del costo delle materie prime, anche per gli aumenti salariali. Trovi qui il testo completo!