Ci dicono che siamo dei bamboccioni, che non vogliamo uscire di casa e che non facciamo abbastanza figli. Ma come facciamo a diventare indipendenti in un mercato del lavoro come questo? I giovani sono costretti ad attraversare una trafila infinita di tirocini extracurriculari retribuiti a cifre ridicole: per questo, insieme ai GD Milano, a Lo Stagista Frust(r)ato e alle tante realtà che hanno sostenuto la nostra battaglia abbiamo lanciato la campagna Lo Stage non è Lavoro, con la quale abbiamo raccolto oltre 70mila firme.
Non solo Regione Lombardia fissa l’indennità minima per i tirocini ad appena 500 euro per le aziende, ma ha addirittura abbassato la cifra a 300 euro nelle pubbliche amministrazioni: una vergogna inaccettabile. Nel frattempo, i fondi stanziati da Regione Lombardia per programmi di politiche attive per il lavoro vengono investiti anche per l’attivazione di tirocini, aggirando la possibilità di stipulare veri contratti di lavoro.
Vogliamo che i tirocini extracurriculari non costituiscano più un’alternativa ai veri contratti di lavoro, che siano riservati a chi ha da poco conseguito un diploma o una laurea, e che siano retribuiti adeguatamente, con un’indennità di almeno 800 euro al mese: si può ed è già stato fatto dall’amministrazione di centrosinistra nel Lazio.
Seguendo l’esempio del Comune di Milano, vogliamo che anche i tirocini curriculari prevedano un’indennità per chi, dietro la scusa della formazione, sta a tutti gli effetti svolgendo un lavoro, spesso in assenza di un vero tutor che accompagni nello svolgimento delle mansioni.