13 settembre – 20 settembre
La Partenza
13 settembre 2025
L’inizio
Il 13 settembre alle 19:23 scrivevo:
“Siamo partiti da alcune ore. La prima parte del viaggio servirà a congiungerci con il resto della Flotilla, che era in Tunisia, e poi con altre delegazioni come quella greca.
Raggiungeremo circa 70 barche e 600 persone di 44 nazionalità, ciascuna con centinaia o migliaia di chili di aiuti umanitari.
La portavoce di Fratelli d’Italia ci accusa di ‘strumentalizzare i morti a Gaza’. È preoccupante che il governo italiano, di fronte alle minacce israeliane, cerchi di screditarci invece di tutelarci.
Vi aggiornerò ogni giorno, finché sarà possibile, anche se la connessione potrebbe essere disturbata dalle forze israeliane.”
16 settembre 2025
Le prime riflessioni
Il 16 settembre alle 11:03 scrivevo:
“Anche l’inferno può peggiorare. L’esercito israeliano ha lanciato 37 raid in 20 minuti e i carri armati sono entrati a Gaza City sparando ad altezza uomo. Le immagini che riceviamo sono devastanti.”
Poi invitavo a una mobilitazione:
“Il governo italiano continua a ridicolizzare chi denuncia queste violenze. Facciamo mail-bombing al governo, dal sito della Flotilla potete inviare le email.”
17 settembre 2025
Il senso della missione
Il 17 settembre scrivevo:
“Come fermare il genocidio a Gaza? Servono azioni concrete, non parole. La Flotilla è un modo per mettere pressione e portare aiuti umanitari, ma anche per denunciare la complicità dei governi europei.”
20 settembre 2025
A 150 miglia da Gaza
Scrivevo:
“Siamo ormai a circa 150 miglia nautiche dalla costa, poco più di un decimo del nostro viaggio. Intorno a noi solo le vele della Flotilla e qualche nave cargo.
Le notizie dal mondo non aiutano: in Israele un direttore d’orchestra è stato arrestato per aver denunciato il genocidio; in Italia Tajani e Salvini giustificano le azioni di Israele.
Noi restiamo concentrati, con la prua verso Gaza. Grazie a chi manifesta da terra. Non ci fermiamo.”
I Droni
22 settembre – 26 settembre
22 settembre 2025
I droni e la propaganda
Il 22 settembre alle 21:29 scrivevo:
“I droni sono tornati, meno frequenti ma presenti.
Lavoriamo a turni, per questo a volte sparisco. Israele sta cercando di farci passare per terroristi di Hamas, creando siti falsi e campagne a pagamento.
Nulla di ciò è vero: a bordo ci sono persone comuni — medici, giornalisti, attivisti, parlamentari. Vogliono solo giustificare la violenza contro di noi.”
23 settembre 2025
La bellezza del mondo
Scrivevo:
“Buongiorno dalla Flotilla.
In barca abbiamo discusso dei titoli dei giornali italiani che parlano solo dei tafferugli, ignorando le manifestazioni per Gaza.
Riflettevo sulla bellezza del mondo e sulla capacità dell’essere umano di amare e distruggere allo stesso tempo.
Nelle nostre lotte non dimentichiamo la bellezza: quella della natura, dei popoli, della libertà. Affinché tutti i bambini di Gaza possano un giorno gridare di gioia.”
24 settembre 2025
L’attacco notturno
Alle 3:25 scrivevo:
“Da tre ore siamo sotto attacco in acque internazionali da parte di droni. Bombe sonore e granate flashbang hanno distrutto le vele di diverse barche.
Per ora non ci sono feriti, ma i danni sono gravi. Quello che accade è illegale e gravissimo.
Scrivo questo messaggio alle 3:09: non so quando vi arriverà. Stiamo bene e vi voglio bene.”
Più tardi, impossibilitato a scrivere, il suo staff comunica:
“Stanotte siamo stati attaccati. È gravissimo e serve una presa di posizione immediata del governo. Noi andiamo avanti verso Gaza.”
25 settembre 2025
Denunce politiche
Il 25 settembre scrivevo:
“Da una parte ci siamo noi, che accompagniamo 59 attivisti italiani e centinaia da altre 43 nazioni in missione umanitaria verso Gaza.
Dall’altra parte Giorgia Meloni, incapace di condannare il genocidio e pronta a criminalizzare il dissenso.”
26 settembre 2025
Sosta a Creta
Scrivevo:
“Ciao, scusate se non vi aggiorno da un po’. Siamo in rada sotto Creta, in acque greche.
Due navi militari — italiana e spagnola — ci accompagnano solo per eventuali soccorsi, non per scortarci.
Non ci difenderanno in caso di attacco, ma la loro presenza può essere un deterrente.
Il governo italiano continua a chiamare ‘acque israeliane’ quelle palestinesi: è un errore politico e giuridico gravissimo.”
L'Attacco
27 settembre – 4 ottobre
27 settembre 2025
La ripartenza
Il 27 settembre scrivevo:
“Lasciamo le coste di Creta e torniamo a puntare verso Gaza.
Il vento Meltemi soffia forte ma ci spinge nella giusta direzione.
Abbiamo più che mai bisogno del vostro sostegno: saranno notti tese e lunghe, ma non molliamo.”
30 settembre 2025
Il giorno prima
Scrivevo:
“La fregata italiana Alpino ci ha comunicato via radio che si fermerà a 150 miglia nautiche e non proseguirà.
Offrono assistenza a chi decidesse di abbandonare la missione.
Arriveremo alle 150 miglia tra le 2 e le 3 di questa notte.”
1 ottobre 2025
L’avvicinamento a Gaza
Impossibilitato a scrivere, il mio staff comunica alle 17:13:
“Vogliamo ringraziarvi: siete stati il vento sulle nostre vele. La nostra attenzione resta su Gaza.”
Alle 18:31 aggiungono:
“Siamo a 78 miglia da Gaza. Il radar mostra il blocco navale, 15-20 navi a circa 5 miglia, probabilmente in movimento.”
Alle 19:25 prosegue l’aggiornamento:
“Cinque gommoni e oltre dieci battelli israeliani si avvicinano alla Flotilla. La nave madre risponde via radio che siamo una missione pacifica, per aprire un canale umanitario.
Per la legge internazionale, il blocco navale contro la Flotilla è illegale.”
2-4 ottobre 2025
Il silenzio e l’attesa
Nei giorni successivi, lo staff segnala difficoltà di comunicazione:
“Paolo e l’equipaggio stanno bene. Sono stati arrestati, le comunicazioni sono molto difficili.”
Il Ritorno
5 ottobre – 7 ottobre
5 ottobre 2025
Il ritorno a casa
Alle 00:46 lo staff comunica:
“Paolo è a casa.”
Alle 02:59 scrivevo:
“Sono a casa, grazie di cuore per avermi accompagnato in questo viaggio.
Gli ultimi giorni sono stati difficili, ma troveremo tempi e modi per raccontare e condividere insieme ♥️.”
6-7 ottobre 2025
Le domande aperte
Nei giorni seguenti, lo staff informa che non tutte le navi della Flotillia hanno ancora fatto ritorno.
Molte persone sono ancora trattenute.
In Italia e in Europa iniziano manifestazioni e richieste ufficiali di chiarimento sui sequestri.




