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Diritto alla cittadinanza

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Quella attuale è una legge scritta più di 30 anni fa, quando le persone di origine straniera in Italia erano un decimo di oggi, una legge che rende più facile prendere la cittadinanza per una persona nata in un’altro continente che ha un nonno italiano rispetto a chi è nato e cresciuto qui.

Serve cambiarla e serve farlo subito. Serve lo Ius Soli, una legge che dica chiaramente che chi è nato in Italia è italiano (eventualmente “temperato” dal fatto che almeno uno dei due genitori sia regolarmente residente in Italia), e serve lo Ius Scholae, perché chi arriva qui da piccolo e completa un ciclo scolastico è italiano.
Serve rendere la cittadinanza un diritto che si acquisisce, non una corsa ad ostacoli di anni e anni tra burocrazia e costi significativi.
E infine serve una vera campagna culturale, nelle scuole e nelle istituzioni, contro il razzismo imperante che ogni anno peggiora, e che fa sentire escluse molte persone.

Per me, una legge sulla cittadinanza è una delle riforme più urgenti di cui l’Italia ha bisogno.

Lo raccontano le storie dei compagni di classe delle medie di tutti noi, lo raccontano i 29 miliardi di tasse e contributi pagati da cittadini stranieri regolari, che contribuiscono a mantenere in piedi l’Italia ma che in cambio non hanno né il diritto di voto né accesso a molti sostegni dello Stato.

Estendere il diritto alla cittadinanza è necessario per renderlo più giusto, per includere persone che sono già di fatto italiane e per mettere fine, una volta per tutte, alle discriminazioni che colpiscono i bambini stranieri, a cui vengono riconosciuti meno diritti. È inutile concentrarsi sull’attuale legge sulla cittadinanza: non funziona. Lo dimostrano i tempi lunghissimi, la burocrazia asfissiante e il fatto che la cittadinanza possa essere concessa a chi non parla la nostra lingua, non ha mai visitato l’Italia ma ha un lontano parente italiano.

Serve introdurre sia lo Ius Soli che lo Ius Scholae, serve snellire il processo e renderlo gratuito, perché una volta raggiunti i criteri non si capisce perché si dovrebbe pagare per un diritto.